A COME ADOZIONE

Ecco il nuovo libro di Anna Genni Miliotti una scrittrice (tra le molte altre cose) che ci fà sempre piacere segnalare e recensire.
A fronte di molti, moltissimi libri sull'adozione i libri di Anna, e quest'ultimo non fà eccezione, sono molto scorrevoli trovando un posto di facile reperibilità nella mia libreria.
Per dare un piccolo "assaggio" a chi non conoscesse lo stile di Anna Genni Miliotti riporto due brani che riterrei significativi ed in cui mi riconosco volentieri.

Ancora

La domanda che mia figlia mi faceva sempre a tavola, era:
"Ma ce n'è ancora?"
E lo faceva prima con gli occhi che con le labbra. Quei suoi occhi a mandorla grigi come il cielo di febbraio, che spalancava ogni volta che tornavo con i sacchi della spesa. I primi tempi con mia figlia abbiamo contato quanti tipi di frutta avevamo nel frigo: incredibile, ben 5 qualità, senza contare la frutta secca. Una cosa mai vista, lei che aveva visto solo le mele!
E il bello, era che sembrava non finire mai. Sì, perché appena lei credeva non ce ne fosse più, ne sbucava di nuova, come per magia, dai miei magici sacchetti della spesa.
Sergej invece non si fidava, e provvedeva comunque a portarsi via, di nascosto, biscotti e crackers, che stivava sotto il cuscino: hai visto mai, una carestia improvvisa!
Siamo ormai tanto abituati alla abbondanza di cibo, che regna oggi nelle nostre case, che questo loro atteggiamento ci fa spesso sorridere. Dovremmo provare ad immedesimarci di più in loro, ed a provare a vedere tutto con i loro occhi:
"Ma com'è questa magia che fa sì che tutto questo non finisca mai?"
Com'è che quando ho fame ho davanti a me un piatto pieno di cose buone, e quando ho finito se ne voglio ancora, ce n'è, e ce n'è ancora?
Com'è questa magia che quando ho sete e voglio bere l'acqua ce n'è e ce n'è ancora?
E quando ho freddo? O sonno? Com'è che c'è finalmente qualcuno che mi ascolta e che mi da tutto quello di cui ho bisogno? E me ne dà ancora?
Com'è che quando ho voglia di mamma questa c'è e ce n'è ancora?
Davvero una grande magia.

Ancora

La domanda che mia figlia mi faceva sempre a tavola, era:
"Ma ce n'è ancora?"
E lo faceva prima con gli occhi che con le labbra. Quei suoi occhi a mandorla grigi come il cielo di febbraio, che spalancava ogni volta che tornavo con i sacchi della spesa. I primi tempi con mia figlia abbiamo contato quanti tipi di frutta avevamo nel frigo: incredibile, ben 5 qualità, senza contare la frutta secca. Una cosa mai vista, lei che aveva visto solo le mele!
E il bello, era che sembrava non finire mai. Sì, perché appena lei credeva non ce ne fosse più, ne sbucava di nuova, come per magia, dai miei magici sacchetti della spesa.
Sergej invece non si fidava, e provvedeva comunque a portarsi via, di nascosto, biscotti e crackers, che stivava sotto il cuscino: hai visto mai, una carestia improvvisa!
Siamo ormai tanto abituati alla abbondanza di cibo, che regna oggi nelle nostre case, che questo loro atteggiamento ci fa spesso sorridere. Dovremmo provare ad immedesimarci di più in loro, ed a provare a vedere tutto con i loro occhi:
"Ma com'è questa magia che fa sì che tutto questo non finisca mai?"
Com'è che quando ho fame ho davanti a me un piatto pieno di cose buone, e quando ho finito se ne voglio ancora, ce n'è, e ce n'è ancora?
Com'è questa magia che quando ho sete e voglio bere l'acqua ce n'è e ce n'è ancora?
E quando ho freddo? O sonno? Com'è che c'è finalmente qualcuno che mi ascolta e che mi da tutto quello di cui ho bisogno? E me ne dà ancora?
Com'è che quando ho voglia di mamma questa c'è e ce n'è ancora?
Davvero una grande magia.


***

Angoscia

Tutti i genitori comprano volentieri un telefonino ai propri figli. Trattasi di strategia: loro sono contenti di avere uno strumento alla moda per comunicare con i loro amici mentre voi siete contenti... di avere uno strumento tecnologicamente avanzato per controllarli.
Così si spendono fortune: ai figli, si sa, piace avere l'ultimo modello, quello che spara fotografie e filmati, con un milione di suonerie (le ascolterà mai tutte?), e un sofisticatissimo e velocissimo sistema per gli sms, e con collegamento internet per le e-mail. Fa anche le telefonate, è ovvio, ma questo pare non interessare più a nessuno, se non a voi.
Già, perché voi adesso potrete FINALMENTE telefonargli, e controllare cosa fa, quel disgraziato, e con chi... e a qualunque ora!
Ovviamente anche vostro figlio ha una sua strategia. Lo scoprite non appena, telefonandogli, sentirete una vocina metallica che vi risponderà "il numero che lei ha composto risulta per il momento irraggiungibile". Irraggiungibile come? E dove mai sarà finito? Calmate le ansie, finirete con il capire che il fine essere tiene il telefono sempre spento, ma solo quando chiamate voi. Cercate allora di inviargli messaggini, cosa che riesce facile agli adolescenti, ma per noi di un'altra generazione è un'operazione lunga e altamente complessa. Ma per quanti sforzi facciate, non vi risponderà mai nessuno.
Allora cercate di fare le vostre rimostranze con gentilezza:
"Ma dove cavolo eri? Perché accidenti quando ti telefono non rispondi mai?"
La risposta classica in tali casi è:
"Avevo la batteria scarica."
Oppure se aggiungete:
"Ma potresti richiamarmi qualche volta, no?"
"Avevo finito la ricarica."
Così gli ricomprate un'altra ricarica, per un importo ovviamente maggiore. Ed un altro telefonino, con un ricarica batteria imbattibile, che dura 72 ore, pari a 3 giorni di telefonate. Ma ovviamente il sistema non funzionerà.
Questo succede a tutti i genitori. O forse non proprio a tutti. Per noi genitori adottivi è diverso.
Anche io ho comprato il telefonino al mio Sergej. Trattasi del solito avveniristico aggeggio che io non adoprerò mai, con un libretto d'istruzione lungo come un dizionario che lui non leggerà mai ma che, come per incanto, conoscerà in tutti i suoi più complessi dettagli. Anche io lo ho immaginato come una specie di lungo, estendibile cordone ombelicale, tra noi due.
Ma non avrei mai immaginato come sarebbe andata a finire. Infatti sono io, a ricevere le sue telefonate. Ed i suoi messaggini. A tutte le ore.
Sono tutti del tipo:
"Mamma dove sei?" "Cosa fai" "Quando è che torni?"
Ora, non è che io stia sempre in giro per il mondo. Semplicemente sono fuori a fare la spesa, o in macchina come tutti. Ma lui è così, con la sua angoscia sempre presente di un mio possibile "non ritorno."
Mi pare di sentirlo:
"E se questa qui, la mia mamma di adesso, magari non torna più e mi perde di nuovo? E se io mi perdo di nuovo?"
Vorrei rispondergli:
" Non succederà Sergej. Stai tranquillo, te lo prometto, non succederà più."
E calmare così la sua angoscia.
Ma mi sono aggiornata. Così gli invio un SMS:
"TVB mamma"

***

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